CORRISPONDENZE

Corrispondenze: Limite

Dicembre 2023
II pubblicazione di Corrispondenze

Limite = confine, margine, linea terminale o divisoria

I contributi che troverete all’interno di Limite ci — e si — interrogano su ciò che è limite all’interno di un territorio, intorno alla fisicità e interiorità dei corpi e nell’agire quotidiano.
Riferendosi ai tanti spazi di margine esistenti, testi e progetti riflettono sul significato e sulle forme possibili di confine e su come questi condizionino il nostro modo di vivere e di rapportarsi con l’altro.

Come pensare il limite e come abitarlo? È la domanda che accompagna le riflessioni racchiuse all’interno del magazine che, attraverso immagini e parole, hanno saputo approfondire, smentire e scomporre l’idea di limite da noi proposta.
Tracciare una linea, stabilire un limite, è utile all’uomo per orientarsi all’interno della genericità dei luoghi, strutturando un rapporto con lo spazio. Circoscrivere ambienti, avere la possibilità di misurarli diventa un modo per poterli riconoscere. Il perimetro che delimita risulta uno spazio ambiguo, caratterizzato da un duplice significato: da un lato simbolo di fine di un territorio, linea divisoria rispetto a ciò che gli è attiguo e, nel contempo, congiunzione con le terre limitrofe.
È innegabile che tracciare un confine, o valicarlo con facilità, rappresenti una detenzione di potere. È sul confine che si decide il valore di cose e persone, ovvero il loro stato di privilegio all’interno di una società che ha creato gerarchicamente una scala di legittimazione dello spazio. Di conseguenza le norme che caratterizzano il nostro quotidiano generano limiti non solo a livello fisico, ma anche nella percezione del nostro ruolo nel mondo.


Il limite diventa così un spazio ambiguo, talvolta invalicabile eppure luogo dove due alterità si incontrano, una zona di passaggio e di conflitto. Il movimento del confliggere implica un rapporto di relazione e scontro, permette il contatto tra due entità diverse generando uno squarcio che apre il limite, lo criticizza e lo mette in dubbio. Lo spazio di margine diventa così spazio di relazione e possibilità di riscoperta della propria identità nel confronto. Il limite, inteso come linea, diventa elemento di accesso, intervallo compreso tra due possibilità, nonché luogo di tensione e incontro.

Attraverso le visioni eterogenee qui presentate, i margini sono posti al centro di una riflessione condivisa che non ha risposte uniche e semplici. Tra storia e memoria, corpi e sospensioni, muri e soglie, sfogliare queste pagine diventa un viaggio nella complessità del mondo e del rapporto che abbiamo strutturato con le sue parti.
Speriamo che questi stimoli generino in voi la voglia di spostarvi al margine, osservare il presente con occhi nuovi, riconoscere lo scontro come possibilità di incontro.

Cos’è casa? Dove finisce il mio abitare e dove inizia quello dell’altro? Quanti confini esistono e cosa pensarne? Come sovvertirli?

Puoi acquistare “Limite” nelle seguenti librerie e shop online:

Contenuti

500 mt around me
CHIARA PAVOLUCCI

Il progetto 500mt around me nasce dalle esplorazioni della zona attorno alla casa in cui vivo da qualche anno, nei pressi dell’area naturale del fiume Savio e ai margini del centro di Cesena, una classica città di provincia italiana. Attraverso la pratica del camminare, attuata come modalità performativa di riappropriazione personale del territorio, sviluppo il lavoro, che nasce dall’unione di più piani interpretativi, cercando di restituire un’intima rilettura degli elementi ordinari che caratterizzano il mio quotidiano.

Quando torno a casa / Ho coltivato un vuoto e l'ho riempito di senso

ETTORE MORANDI

Credo che abitare sia una parola difficile, ma in senso
buono. Abitare è una parola che semplicemente non si fa afferrare, è una parola che va ricercata continuamente. Fa parte di quelle cose — come tutte a mio parere — che vanno rincorse; non esiste punto definitivo. Questo è buono, perché ci permette di dare un senso alle cose, ogni volta. Il senso è ciò che diamo al mondo, è un nodo, un legame e grazie a questo riusciamo ad esserne parte con rispetto, poiché serve ascolto per riuscire a cogliere il senso delle cose e l’ascolto è una postura che richiede attenzione,
cura, delicatezza, gentilezza e rispetto.

Strada provinciale
ALESSANDRA BALDON

Strada Provinciale nasce da un’intuizione del tutto casuale, ovvero dalla bizzarra decisione di fare un viaggio di una giornata percorrendo solo strade provinciali. Già dopo pochi chilometri di tranquille e soleggiate stradine, leggendo sui cartelli nomi sconosciuti, la mia attenzione è stata
catalizzata dalla marginalità di questi spazi “tra”. Luoghi oramai di passaggio, quasi interamente disabitati, puntellati da allevamenti, coltivazioni e un pugno di case ogni tanto.

Sei comda?
MATILDA ELIA

La rosa

è sangue 

è morte

è sofferenza

è vita

è purezza 

è verginità

è sensualità

è bellezza

è dolorosa

Mestiza
TESSA VIGANò

Mestiza è un rituale che diviene mezzo per dare forma
ad una rottura, per essere ciò che si vuole essere fuori dal centro, per guardare oltre il confine ed accorgersi che si possono immaginare nuove forme di autodeterminazione.
Le sue figure ambigue e ibride permettono di avvicinarsi al desiderio di una maggiore dilatazione del sé e al margine inteso come luogo di rinascita.

Protèndere
FABIO CIPOLLA

Protèndere
Dal latino protendĕre, derivazione di tendĕre, stendere. Sporgersi in avanti, allungarsi, prolungarsi nello spazio.

Il mio corpo è materia. Il mio corpo pulsa di vita. Il mio corpo è connesso ed è in continua relazione con la realtà circostante. È contenitore e al tempo stesso contenuto. È energia, peso, equilibrio, tensione. Il mio corpo è in continua mutazione ed è sempre in movimento.

Attraversa il confine
ZOYA SHOKOOHI

 Scrivendo sullo schermo, evidenzio un limite reale e condivido un messaggio esplicito, affermativo e imperativo: “attraversa il confine”. Il messaggio ripetuto diventa un marcatore di un confine reale; in questo modo lo schermo che è il luogo in cui cerchiamo informazioni, diventa esso stesso il confine, come metafora di ogni limite che incontriamo nella vita quotidiana.

Viavai
CAOS

L’opera, dedica al quartiere in cui è cresciuto l’artista, in una volta sola racconta, denuncia e contestualizza un non–luogo che da tre decenni divide a livello sia fisico che sociale oltre 9000 persone dal resto della loro città. Un’azione di ri–narrazione dello spazio abitato che rende il supporto delle parole
elemento fondamentale e costitutivo del processo creativo e del cambiamento.

Metalli pesanti

VITTORIO ZAMPINETTI
ALBA MELCOLELLA
FERNANDA TORRE

Nella stazione di Przemyśl, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, si è riversato un gran numero di profughi. I riflettori di tutto il mondo hanno ben illuminato sia il loro arrivo che le tante associazioni umanitarie presenti sul posto. Nella foresta di Białowieża, tra la Polonia e la Bielorussia,
non ci sono riflettori puntati: le persone in fuga
dai Paesi più lontani e le associazioni presenti restano, così, nell’ombra. Sono tutti soli, ma nessuno di loro si arrende né al confine né alla negazione della solidarietà

Costruire sorte
DAVIDE ROBALDO

«Taglia,
costruisci.
Occhi bramosi,
ciechi ai sussurri.
Spazio, spazio, spazio
la soluzione.
Piega terreno
scolpisci la cresta
le rocce rotolano
graffi sulla strada
toc tac toc»

Metalik
GABRIELE PROVENZANO

Un deserto artificiale che ospita rottami metallici, abbandonati e sepolti, nascosti e arrugginiti. Il deserto di Błędów (Polonia) è stato usato come campo di addestramento militare dall’inizio del ventesimo secolo e i resti di questa azione violenta — e umana — rimangono ancora.
Il metallo, in contrasto con la sabbia, diventa dunque l’elemento essenziale per comprendere il binomio natura/artificio.
La raccolta e l’ordinamento dei pezzi di metallo è stato il primo passo per restituirli sotto forma di uno scavo archeologico destinato a essere nuovamente sepolto.

Mondi sottili
STEFANIA BALOCCO

Le fotografie di confini naturali — quelli tra il cielo e la terra — vogliono poter dimostrare che oltre alla zona calpestabile che abitiamo e al grande spazio d’aria che ci sovrasta esistono ulteriori mondi non esplorati, che sfuggono all’occhio umano e che necessitano di altre modalità d’indagine. 

Testimone dell’incontro con l’Altro, la soglia tra cielo e terra sfalda le categorizzazioni nette tanto care all’essere umano, dando vita a nuovi campi fluidi e possibilità.

Forme uniche
ARIANNA SCUBLA

Ogni sguardo alla realtà è unico e irripetibile perché unica è la fonte da cui esso proviene. Il mio sguardo si è posato sul metallo arrugginito e il cemento scrostato perché la forma suggerita che vedevo al suo interno doveva essere estrapolata a mani nude. A parco Dora, il parco dove sono stati eseguiti gli scatti, vive una popolazione di “scheletri industriali”, non altro che presenze del passato ancora intatte pronte ad emergere dalla loro forma apparente.

Tarpino
ELISA PIETRACITO BENEDETTA CHIARI

Un totem di corteccia veglia sulla valle del Mugello.
Nella sua pelle bucata, lo spirito del Tarpino ondeggia spinto dal vento.


Era come se la pelle dell’albero mutasse aspetto nel tempo, abbandonando il tronco cui faceva parte per cadere altrove.
Come il lento abbandono che l’Appennino sta vivendo a causa di un processo di marginalizzazione, che ha portato a un calo delle attività e dell’occupazione, con una conseguente rarefazione sociale e invecchiamento della comunità.

Abitare
MARTA CAPRONI

Ma la forma di città come l’abbiamo conosciuta è l’unica possibile? Non possiamo immaginare quella che è ormai da considerare la casa della nostra specie in maniera diversa?


Questa domanda risveglia il desiderio che la città possa
diventare un habitat naturale per l’essere umano che invece, con il tempo, l’ha trasformata in uno spazio prettamente artificiale, al di fuori del quale la natura viene confinata.

L.U.O.G.O.
MATTIA VARINI FEDERICO FERRARI

L.U.O.G.O. è un progetto nato dalla relazione di due
linguaggi: la poesia e l’immagine fotografica/pittorica.
Tra i due codici si è lentamente creato uno scambio che ci ha permesso di abitare, durante la stesura del progetto, un nuovo luogo comune.
Il lavoro è sorto e si è sviluppato tra Brescia e Berlino e
abbiamo creato rispettivamente la parte poetica e quella artistica del libellus. Concretamente il luogo ha preso forma quando abbiamo deciso di mettere un confine tra la poesia e l’immagine fotografica.

Nonlieu
LETIZIA MONTI

Nonlieu si ispira all’omonimo saggio di Marc Augé, il quale definisce il non–luogo come luogo di transitorietà, che nasce quindi in funzione di essere attraversato. Supermercati, aereoporti, stazioni, etc. : luoghi, secondo il saggista, estremamente vicini e familiari alla società contemporanea, che abita in quella che lui stesso chiama fluidità spaziale.
Viviamo ora più che mai in una realtà fluida in cui
ogni situazione scivola naturalmente in un’altra
rendendone labili i confini.

Son(n)o in lotta
ILVIS PUNTO

Rendere il riposo una questione pubblica.


Riposare come pratica transfemnminista e anticapitalistica.


Dormire come atto rivoluzionario.


Sonno Pubblico e condiviso.

Almost
VALERIA PIERINI

Almost è un progetto realizzato a Derry.
Imparandone a memoria la topografia, studiandone la storia, la geografia e la letteratura, ho mischiato scorci e vedute surreali con altrettante da me ricostruite. La città diventa soggetto di memoria storica e personale, ma anche di immaginazione, forse il mezzo più felice per oltrepassare il pesante passato e vivere nel presente, nondimeno oscuro, grazie agli scontri causati dalla Brexit e agli strascichi del conflitto nord irlandese, che ha imperversato tra i quartieri cattolici e protestanti costringendo, sovente, i cattolici ad un regime di apartheid.

Un'impresa di esistenza: oltre i l confine dell'informazione

FLORIANA SAVINO

L’immersione totale in una realtà sconosciuta, prescelta volontariamente per un cospicuo periodo, farà sì che assieme ai protagonisti di questo racconto «troppo vero e diretto, troppo complesso e vasto» sia il reportage di inchiesta a cambiar volto, nella misura in cui la documentazione raccolta mira a raccontar sé stessa, i suoi disagi, le sue luci, ma senza mai cadere nella tentazione di far di quelle presenze umane il manifesto semplicistico e commiserabile di una realtà difficile.

Sta di casa qui. Lotte e nuovi immaginari per città future

ALESSANDRA BALDON

Abitando un luogo, quello spazio lo si crea, lo si modifica, lo si ripensa, lo si strumentalizza, lo si rivendica. Rivendicare uno spazio non è solo una questione meramente fisica, ma coinvolge anzi un ampio spettro di significati immateriali: attraverso l’uso di un luogo possiamo manifestare non solo la nostra presenza e/o il nostro diritto ad attraversare ed utilizzare quello spazio (che già di per sé non è poco), ma anche le nostre idee di relazioni umane, di organizzazione, di convivenza, di società

Corpi e spazi urbani:
il 104 di Parigi e una nuova narrazione comunitaria

LAURA MASSAROLI

Qui, ai margini del 19esimo arrondissement, al 104 di rue d’Aubervilliers, nasce il 104: 39.000 mq di spazio trasformato in un luogo da sperimentare, abitare, vivere, attraversare, calpestare a piedi nudi. Un luogo di incontro, scambio culturale e sociale. Area espositiva, book crossing, asilo nido, ristorante, residenza d’artisti, negozio dell’usato. Scegliete voi quello che sarà al vostro passaggio il 104.

Abitare l'isola
ALBERTO POLISERI

 Se tu in questo momento mi dici “Alberto, posso venirti a trovare di inverno”, mettendo che io sia qui la risposta è normale, è sì. Però se di inverno tu vuoi venire a Marettimo devi tenere conto del fatto che non sai mai quando arrivi né tantomeno potrai sapere quando riparti. Marettimo di inverno ha il suo fascino anche con il tempo cattivo. La montagna, il mare, la passeggiata, la lettura. Potete arrivare a Marettimo d’inverno, ma prima di arrivare dovete avere la mente sgombra.

Sul bordo del cerchio I corpi opachi ai margini dei confini sociali

TESSA VIGANò

 Il concetto di «confine» nasce di certo da un’azione più
o meno concreta; ovvero delineare uno spazio del globo che permetta di stabilire dove incomincia una cosa e dove ne finisce un’altra, ciò che è mio e ciò che è tuo. Un significato che è strettamente legato al potere come possessione di
un elemento realmente esistente, delle volte è sufficiente utilizzare un fiume o una catena montuosa per stabilire una linea di confine; altre invece sono create da zero dall’uomo

falia* : l'arte ai confini
ALICE VANGELISTI

 E alla fine quello che resta non è più solo l’opera d’arte. È qualcosa di più significativo. Sono le tante piccole scintille che illuminano il territorio, attivano connessioni e incontri, dimostrando ancora una volta che non esiste un vero e proprio confine definito, perché è proprio lì, quando quella sottile linea sparisce, che si creano quelle molteplici sfumature che non dividono, ma inevitabilmente uniscono.

Il venditore di sogni / Confine
MATHIEU PORCELLANA

Papà, è bella la Francia vero?
Si figlio mio, è bellissima la Francia…

*Il venditore di sogni **Confine 

Conversazione con Casa Walser

GIOVANNI BOVOLIN
FEDERICO ZAMBONI
BRENNO FRANCESCHI
a cura di Cristina Materassi

Casa Walser è un progetto culturale situato ad alta
quota che gravita attorno alla residenza artistica
estiva nel villaggio di Hòbelté (1807 mt.). Con le
sue iniziative propone nuove forme per abitare la
montagna, promuovendo un’indagine collettiva e
trasversale del paesaggio dal punto di vista naturalistico, antropologico, architettonico e archeologico.
L’obiettivo alla base del progetto è quello di aprire le
porte dell’antico villaggio walser ad artisti, scrittori e
ricercatori per favorire un arricchimento reciproco con il luogo.

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